Zuara è completamente governata dai servizii segreti britannici che con maestria dirigono pressoché tutte le mosse che avvengono in città. La potente Albione continua in altre forme la colonizzazione del passato e la Libia è una terra estremamente appetitosa per un’operazione di questo genere. Londra riesce a dirigere i flussi migratorii clandestini e lo fa immancabilmente a danno dell’Italia e d’altra parte non può essere altrimenti in quanto la forza albionica benché malefica risulta essere di gran lunga maggiore a quella della povera Italietta peggiore di quella capitanata da Giovanni Giolitti il quale perlomeno era uno Statista e possedeva conoscenze profonde della politica internazionale. Oggigiorno l’analfabetismo politico di cui soffrono gli onorevoli d’Italia non permette alla detta Patria di governarsi come dovrebbe essere. Buffonate grottesche portate in scena da politicastri di basso rango fanno sì che tutta la feccia immonda africana – e non solo – che naviga nel Mar Mediterraneo entri nei confini nazionali italiani come se nulla fosse. Come può il fatiscente Palazzo Chigi sconfiggere la vitalità internazionale britannica? Come può Roma pensare di governare le deportazioni libiche quanto nella stessa Libia spadroneggia Albione tramite i suoi servizii segreti? Oggigiorno quella che un tempo fu la Quarta Sponda italiana è colonizzata dal Regno Unito e i falsi governi che nel Paese africano esistono o coesistono o si avvicendano sono il frutto delle politiche imperialistiche albioniche le quali di volta in volta favoriscono l’avvento al potere del misero tirannello di turno. Dunque non sarà certamente Albione a fermare l’infamia delle deportazioni. Anzi, con Londra al comando in Libia la situazione per l’Italia e per l’Europa seguiterà a peggiorare. Armate di clandestini saranno agevolate a invadere dapprima l’italico suolo e successivamente tutto il Vecchio Continente. Zuara – ma non solo – è una città strategicamente perfetta per impostare la politica delinquenziale di cui sopra; è una città che verrà ricordata nella storia quale città dell’infamia delle deportazioni.