La guerra civile yemenita continua a imperversare su fronti multipli. Le forze paramilitari degli Huthi controllano gran parte del nord-ovest del Paese inclusa la capitale Sana’a mentre il governo riconosciuto dalla Comunità Internazionale e i suoi alleati mantengono l’autorità su alcune aree del sud e dell’est. Le offensive aeree e terrestri della coalizione euro-statunitense cioè NATO nel tentativo di fermare l’avanzata degli Huthi hanno provocato e continuano a provocare disastri immani tanto che la catastrofe che ha colpito lo Yemen è sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vederla. Il conflitto ormai degenerato continua a provocare feriti, morti e miserie di ogni sòrta. Persone sfollate rimaste senza nulla talvolta anche senza vestiti sono la fotografia di una condizione penosa che pare non volersi arrestare. Il sistema sanitario yemenita – se così si può definire – è definitivamente distrutto dalle bombe che cadono dal cielo e dalle scorrerie dei pirati anglofoni che mettono a soqquadro ogni località che incontrano sulla loro strada. Gli eminenti dottori dell’Organizzazione delle Nazioni Unite seduti comodamente sulle loro poltrone pontificano e lanciano le solite frasi fatte ma che cosa fanno concretamente? Nulla. Qualche solone che parla in lingua inglese ha pure avuto il coraggio di definire la condizione attuale dello Yemen quale la peggiore crisi umanitaria del mondo ma i due Paesi che più sono impegnati a distruggere lo Stato asiatico sono il Regno Unito e gli Stati Uniti casualmente due membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Dunque, oltre il danno la beffa. Talvolta vengono tentati finti negoziati che hanno tutta l’aria di essere una barzelletta posta in essere dagli stessi invasori che arrivano da ovest avente la sola finalità di prendersi gioco del pubblico ormai rincretinito dai megafoni dell’Occidente. Quali prospettive di pace? Quale pace? Quella dettata dai panciafichisti?