Testudo Arietata ha tentato di censire le meretrici cinesi che esercitano la loro professione a Milano e provincia. Non è stato semplice in primo luogo perché la prostituzione cinese è profondamente differente da quella sudamericana, africana ed europea e secondariamente perché la comunità cinese è parecchio chiusa e tende a formare un piccolo Stato nello Stato che la ospita. Inoltre, le donne cinesi vantano una capacità di organizzazione davvero straordinaria e sopportano le condizioni di vita più dure perché cresciute entro certi dettami precisi, severi e assoluti stabiliti dalla loro civiltà. Per esempio, una meretrice cinese è in grado di lavorare e vivere in spazii molto ristretti anche in tre-quattro metri quadrati oppure è in grado di ridurre al minimo il suo fabbisogno alimentare giornaliero oppure ancóra è in grado di vivere con pochissimi vestiti. Insomma, l’organizzazione della prostituzione cinese è qualcosa di fenomenale e la repubblica italiana nemmeno si accorge di tutti i movimenti illegali che le organizzazioni criminali cinesi portano a termine con estrema facilità. Secondo le indagini e i calcoli effettuati da Testudo Arietata a Milano e provincia lavorano stabilmente dalle quattromila alle quattromilacinquecento meretrici. Ovviamente tutto l’andirivieni di meretrici cinesi che il capoluogo lombardo e la sua provincia devono sopportare è interamente criminalità, è un perfetto affare di import-export raffinato perché le prostitute vengono gestite impeccabilmente con un sistema di avvicendamento così da potere soddisfare i clienti. Le meretrici benché schiave di un sistema che le sfrutti accettano tale condizione di vita.