La presenza a Kabul dei servizii segreti statunitensi è qualcosa di estremamente soffocante. Vi sono agenti CIA in ogni dove. Costoro credono di operare nell’anonimato ma non possono sfuggire allo sguardo attento degli agenti di Testudo Arietata. Tentano in tutti i modi di provocare, con ogni mezzo a loro disposizione, gli afgani. È evidente che la strategia degli uomini CIA consiste nel sobillare la popolazione alla rivolta. Se gli Stati Uniti riuscissero a centrare questo obbiettivo sarebbero poi autorizzati a intervenire financo con la forza militare. Intanto Washington continua a lavorare assiduamente con i servizii segreti dei Paesi europei, con le diplomazie dell’anglosfera e con istituzioni militari e non che hanno sede a Bruxelles, a Vicenza, a Strasburgo e a L’Aja ma per il momento riescono a concludere poco o nulla. Forse il blocco occidentale si sta scontrando con un avversario che possiede un apparato politico-diplomatico-militare ben più organizzato di quello capitanato dalla Casa Bianca. Da una parte la CIA e dall’altra lo Stato afgano. Chi fra i due antagonisti sta interpretando legittimamente il diritto? Dove si è nascosto il soldato John Rambo, paladino degli oppressi, macchina da guerra creata dal Colonnello Samuel Trautman e addirittura Medaglia d’Onore del Congresso? Mi pare un poco vecchiotto per capitanare un’operazione bellica considerato che si sta avviando verso gli ottant’anni di età.